Per anni, l’economia triveneta è stata punto di riferimento di tutta l’imprenditoria italiana. Il boom degli anni ’70 si basava su capacità lavorative straordinarie e sulla produzione di eccellenze apprezzate in tutto il mondo. Tuttavia, il modello organizzativo era molto scarno, Il classico modello di azienda padronale dove, “il paron”, controllava tutto e tutti. Questo sistema era certamente di successo nel contesto economico di riferimento, dove la domanda era molto alta e la competizione globale limitata; era quindi sufficiente concentrarsi sulla produzione, sul come venivano fatti i prodotti, senza soffermarsi su esigenze di operatività secondo efficienza. Molto spesso, soprattutto all’interno dei distretti industriali di piccole dimensioni, l’iniziativa economica era alta, trainata da validi dipendenti che, una volta acquisite le conoscenze tecniche necessarie, costituivano la loro azienda con l’ottenimento molto spesso anche di ottimi risultati pur presentando deficit importanti sotto il profilo manageriale.
La crisi economica tuttavia ha stravolto il modo di fare impresa e forse, chi ne ha pagato di più le conseguenze, è stata proprio la piccola e media imprenditoria veneta. Il modello di business si è evoluto e l’organizzazione padronale ha subito in alcuni settori una palese obsolescenza con una conseguente ridimensionamento del numero di imprese operanti nel settore. Purtroppo, l’improvvisazione nello svolgimento delle attività non è più tollerata! Cosa fa la differenza quindi? Certamente il fiuto imprenditoriale rimane una delle armi più importanti per il successo dell’azienda, ma non sempre è sufficiente.
Un elemento fondamentale, già sottolineato in più occasioni, è il prerequisito dell’efficienza operativa e organizzativa. Non basta più “fare lavoro” ma è necessario avere un corretto piano di sviluppo aziendale, con un attento monitoraggio delle dinamiche interne ed esterne come la definizione strategica di posizionamento dell’azienda all’interno del mercato e la regolamentazione della gestione aziendale. Stiamo assistendo sempre più ad una concentrazione di aziende all’interno del mercato, alla creazione di poli industriali sempre più grandi, strutturati per far fronte a grandi quantitativi di domanda ricercando la massima efficienza produttiva. L’impresa deve quindi cercare di strutturarsi e di acquisire una posizione di rilievo nel mercato di riferimento. Avere una struttura organizzativa ordinata, in grado di svolgere i processi aziendali in modo coerente ed efficiente, si tradurrà in una maggiore consapevolezza dei punti di forza e di debolezza della struttura, generando quindi la capacità di sapere dove occorre agire per adeguarsi repentinamente ai mutamenti di scenario. Chi meglio programma, pianifica e conosce il proprio posizionamento nel mercato, prima riuscirà ad anticipare le mutazioni del contesto competitivo.
Cosa occorre fare per creare una struttura organizzativa interna efficiente?
- Elemento fondamentale di partenza è la presenza di un organigramma che definisca persone e ruoli. Questo deve essere cucito su misura in base al business e alle modalità di svolgimento delle attività. Sono presenti dei modelli teorici di riferimento, tuttavia essi devono essere modellati a seconda delle esigenze;
- Definire le responsabilità di ogni figura dell’organigramma: occorre identificare le leve che ogni singola figura ha a disposizione e accertarsi che i risultati collegati a quella determinata mansione siano generati direttamente da leve decisionali in suo possesso;
- Individuare i driver per monitorare le performance dei vari ruoli;
- Identificare gli obiettivi da assegnare ad ogni centro decisionale: questo punto è molto critico. La definizione dell’obiettivo non deve essere calata dall’alto, ma “condivisa” con le singole figure; esso deve essere ambizioso e sfidante ma non irraggiungibile;
- Monitorare le performance. Questo elemento non deve però essere visto come una operazione punitiva nei confronti dei centri decisionali ma come guida per lo svolgimento delle attività in un’ottica di continuo miglioramento.
In questo meccanismo organizzativo ogni singolo elemento aziendale non si sentirà puro esecutore operativo, avendo come principale ambizione il ricevimento dello stipendio, ma sarà elemento fondamentale dell’organizzazione svolgendo ruoli determinanti nella generazione di valore aziendale. Il controllo di gestione, coadiuvato con la gestione delle risorse umane, è parte fondamentale per l’implementazione di questi assetti organizzativi. L’esperienza inoltre di un consulente determinerà un approccio corretto alle varie casistiche che si potranno presentare, applicando quindi i principi cardine dei modelli organizzativi e cucendo il prodotto sulle spalle della singola azienda, costruendo una struttura organizzativa solida, pronta ad affrontare anche processi innovativi.