Già a partire dai primi anni 2000, in concomitanza con lo sviluppo tecnologico e la continua crescita nella capacità di gestione dei dati, il rapporto tra imprenditore e il sistema bancario ha iniziato a modificarsi. Così, nell’arco degli ultimi 20 anni, gli elementi soggettivi di valutazione sono stati sempre più sostituiti da elementi oggettivi e verificabili, i quali, analizzati nel loro insieme, forniscono una valutazione di “bancabilità” dell’impresa: il c.d. rating bancario. L’evoluzione di tale dinamica è tuttora in corso e mentre i dati consuntivi vengono acquisiti automaticamente dal sistema bancario attraverso gli “andamentali” rilevati dalla Centrale Rischi e i bilanci depositati, la richiesta direttamente alle aziende dei dati previsionali, sia economici che finanziari, si fa sempre più pressante. Già oggi, e sempre più accadrà in futuro, la bancabilità dell’azienda è fortemente influenzata dai dati previsionali consegnati e dalla qualità e affidabilità degli stessi. Le aziende in grado di fornire con continuità Budget e Business Plan annuali e pluriennali attendibili saranno sicuramente quelle preferite dal sistema bancario mentre quelle che presentano Budget e Business Plan inaffidabili o che addirittura non saranno in grado di fornire questi dati, avranno una crescente difficoltà di accesso al credito. In ultima analisi, la creazione di valore in azienda si sostanzia nella capacità dell’azienda di fare fronte agli impegni presi con terzi (pagando dipendenti, banche, fornitori), nell’accrescimento del valore dell’azienda (con investimenti e aumento delle risorse finanziarie) e nella generazione di un surplus di denaro da distribuire agli investitori (dividendi). Collocando i flussi finanziari attivi (incassi) e passivi (pagamenti) nel tempo, si genera anche l’esigenza di avere un equilibrio tra entrate e uscite: gli incassi devono essere maggiori dei pagamenti da effettuare, in questo caso si può dire che l’azienda è in equilibrio finanziario. Nel mondo anglosassone questi concetti si riassumono nel motto “CASH IS KING”.
Il Controllo di Gestione (CdG) attraverso il costante studio e monitoraggio delle dinamiche aziendali, se gestito in modo professionale, è senz’altro in grado di prevedere i flussi economici e finanziari del breve periodo e di fornire all’imprenditore una solida e motivata prospettiva nel medio lungo periodo in grado di orientare e rendere sempre più consapevoli le scelte. Pertanto il CdG, oltre alla funzione principale di supporto e aiuto all’imprenditore nelle scelte di breve, medio e lungo periodo, può altresì essere utilizzato per fornire con continuità Report, Budget e Business Plan agli istituti bancari consolidando il rapporto e migliorando il rating. L’attuale difficoltà delle imprese ad accedere al credito bancario non è certo dovuta alla mancanza di liquidità nel sistema bancario ma è da imputare quasi esclusivamente alla difficoltà delle imprese di dimostrare in modo professionale la capacità di restituzione dei prestiti ricevuti. Quando l’azienda si rivolge ad una banca deve tenere conto che, oltre ai dati di bilancio e agli andamentali relativi ai propri rapporti con il cliente, la banca ha a disposizione il report della Centrale dei Rischi (CR). La CR è un sistema informativo, gestito dalla Banca d’Italia, che raccoglie le informazioni fornite da banche e società finanziarie su tutti i crediti che concedono ai loro clienti. Attraverso la CR ogni singola banca riesce a monitorare mensilmente non solo l’esposizione complessiva a breve e a scadenza del cliente verso il sistema bancario ma altresì altri andamentali importanti quali ad esempio sconfini, insoluti, utilizzo elevato dei fidi, utilizzo del fido cassa etc.. Con queste premesse, ogni banca è in grado di monitorare a consuntivo sia la posizione di indebitamento totale del cliente sia la capacità dell’azienda di generare flussi di cassa (Cash flow) in un determinato periodo di tempo. Quindi i Business Plan, pur basandosi sulle premesse di un Conto Economico positivo, dovranno dimostrare la capacità dell’azienda di generare flussi di cassa sufficienti per far fronte al rimborso dei debiti già contratti e da contrarre. La qualità e l’attendibilità dei dati previsionali, con il passare del tempo, saranno sempre più indice di serietà e competenza e, inevitabilmente, comporteranno per l’azienda non solo un agevole accesso al credito ma altresì l’ottenimento di tassi e condizioni privilegiati. In conclusione, più che l’emissione continua di moneta da parte della banca centrale (Quantitive Easing), sarà la crescita culturale in azienda attraverso un maggior utilizzo del CdG che permetterà in futuro agli imprenditori di accedere con facilità e minor costo al credito bancario.
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